Vittorio Zecchin

VITTORIO ZECCHIN (Murano,Venezia 1878-1947)

Vittorio Zecchin nasce  a Murano nel 1878, figlio di un maestro vetraio, inizialmente fu allievo del padre, successivamente nel 1894 frequenta l’Accademia di Belle Arti di Venezia. Le prime esperienze lavorative sono di vario genere, passa da lavori di ufficio, come impiegato presso il Municipio di Murano a successivi impieghi come operaio in una vetreria.

Il suo inconfondibile stile di stampo Seccessionista con influenze liberty, è condizionato da pittori come Toorop, Khnopff e Klimt presenti nelle Biennali di Venezia del primo Novecento. È proprio dalle opere dell’olandese Jan Toorop che Zecchin viene ispirato per i quattro dipinti ad olio che presenta a Ca’ Pesaro per la III Esposizione d’arti e industrie veneziane del 1909.

Successivamente a questa mostra viene chiamato per decorare nel 1913 una sua sala personale a Ca’ Pesaro, dove realizza “Il giardino delle fate”, un suggestivo fregio, sia nella forma che nel nome, difatti, a caratterizzare le sue opere sarà proprio questa aurea fiabesca ed onirica, con racconti che si muovono tra oriente ed occidente, dettate da immagini bidimensionali e dal decorativismo caratteristico della Seccessione viennese, che verrà reinterpretato in chiave veneziana e muranese.

Nei primi anni del Novecento Zecchin si lega all’artista T. Wolf Ferrari, con cui ha una grande intesa intellettuale, i due collaborano ed espongono insieme sempre nel 1913 con alcune vetrate e vasi, alla mostra di Arti Decorative di Monaco di Baviera.

Nel 1914 riceve l’incarico per realizzare il ciclo “Le mille e una notte” per l’Hotel Terminus di Venezia: sceglie soggetti simbolici realizzati nella classica bidimensionalità klimtiana, dove la suggestione dell’opera avviene per via dei forti contrasti cromatici.

In seguito agli anni della guerra, intensifica la sua attività espositiva, la quale inizia con una mostra personale presso Ca’ Pesaro, dove presenta ventiquattro pezzi di vario genere, successivamente prende parte ad altre esposizioni a Venezia e Milano.Il 1921 fu anno di grande importanza per la carriera del Zecchin: partecipa alla I Mostra Regionale d’Arte di Treviso, alla I Biennale Romana, all’Esposizione Fiorentina Primaverile ed inoltre ottiene la direzione della ditta Vetri Soffiati Muranesi Cappelin Venini; sempre nello stesso anno scriveranno di lui “Emporium” e “Le vie d’Italia”.

Una carriera tutta in salita che ha l’ennesima conferma l’anno successivo, nel 1922, con una personale presso la Biennale di Venezia seguita da una lunga serie di onorificenze sul piano nazionale ed internazionale.

Verso la fine degli anni Venti, le opere pittoriche vengono influenzate dalla nuova tendenza del Realismo magico, che vede nei personaggi di Zecchin dei lineamenti e delle fisionomie meno bidimensionali, più delineate e naturalistiche.

Dopo un’importante carriera eclettica, Vittorio Zecchin muore a Murano il 15 aprile 1947.

 

 

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