Giovanni Segantini

Giovanni Segantini è un nome noto. Se si pensa al grande talento Segantini viene subito alla mente il Divisionismo e il Simbolismo. La sua vita sfortunatamente si è interrotta in breve tempo a causa di una peritonite, è però riuscito a marcare in maniera indelebile il panorama artistico, anche internazionale.
Giovanni Segantini nasce nel 1858 ad Arco, in Trentino. La sua infanzia non è semplice, segnata dalla morte della madre e da un duro momento trascorso a Milano che lo porta a un certo punto a trascorrere un periodo in riformatorio.
Una luce in fondo al tunnel viene data da un fratellastro di Giovanni che lo porta a lavorare nella sua bottega di fotografia di Trento.
Giovanni si rende tuttavia conto che la fotografia non è la sua strada. Il vero interesse di Segantini è, infatti, la pittura.
Per poter seguire la sua inclinazione capisce che il luogo ideale dove poter sviluppare al meglio il suo talento è proprio Milano e nello specifico l’Accademia di Belle Arti di Brera, dove si iscrive a corsi serali mentre di giorno è apprendista presso la bottega del decoratore Luigi Tettamanzi.
La sua formazione è nel solco della pittura romantica e verista. L’artista che studia con più passione è il pavese Tranquillo Cremona.
L’esordio di Giovanni Segantini avviene nel 1879, quando Segantini espone per la prima volta le sue opere al pubblico, attirando grande interesse e pareri favorevoli di pubblico e critica.
Quello che cambierà per sempre la vita e la carriera dell’artista è l’incontro con il critico e mercante Vittore Grubicy con il quale collaborerà a lungo.
Il contatto con Grubicy porta Segantini a scoprire e poi seguire ed integrare nella sua arte gli esempi della pittura puntinista.
Importante anche Il contesto in cui la sua arte si sviluppa che è quello della Milano scapigliata, in pieno fermento culturale.
Tuttavia, la città gli sta stretta e stride con il suo interesse naturalistico. Iniziata la collaborazione con Grubicy e raggiungendo una maggiore stabilità economica si sposta nella più defilata Brianza. Nel 1880 conosce anche la compagna di una vita, Bice Bugatti, sorella dell’amico designer ed ebanista, Carlo Bugatti.
Nella prima parte degli anni ’80, nella campagna brianzola, Segantini esprime al meglio la sua anima di pittore naturalista.
Fuori dalla frenesia cittadina, Segantini entra sempre più in simbiosi con la natura.
Nel 1885 realizza uno dei dipinti più conosciuti, “Alla stanga”. Questo dipinto ottiene anche un importante riconoscimento all’Esposizione universale di Amsterdam.
È il periodo in cui i soggetti sono quelli agresti. Il paesaggio naturale è centrale, già pervaso di simbologia. “Alla stanga”, ad esempio, richiama in modo simbolico l’unione tra la natura e l’uomo.
Ben presto anche la Brianza inizia a stargli stretta ed è così che nel 1886 si trasferisce a Savognin, in una zona montanara della Svizzera. Dal paesaggio agreste si passa a quello montano. Anche la tecnica cambia e abbraccia pienamente la tecnica divisionista. Questa tecnica, basata sulla ricomposizione retinica – già fondamentale per i puntinisti francesi – si caratterizza dall’uso di pennellate minute e filamentose che vanno a seguire le forme presenti nel dipinto.
L’ascesa di Segantini è internazionale, infatti partecipa anche all’Esposizione Universale di Parigi del 1889.
Questo è il periodo in cui finisce la sua collaborazione con Vittore Grubicy e passa sotto l’ala protettrice di Alberto Grubicy, fratello di Vittore.
In questi anni realizza le sue opere d’arte più famose, come “Le due madri”, “Le cattive madri” e “l’Angelo della vita”. Con queste opere la sua arte abbraccia definitivamente il simbolismo vicino alla sensibilità della Secessione viennese.
Dal naturalismo degli inizi si è spostato ora verso significati metaforici e riferimenti ricercati. La tecnica divisionista gli permette di realizzare dipinti luminosi giocando con colori puri e complementari.
Il simbolismo di Segantini va ad anticipare il Surrealismo, considerando l’irrealtà di alcune scene che raffigura, come nel caso de Le cattive madri.

Segantini muore nel 1899 a soli 41 anni, mentre era intento a dipingere.

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