Bice Lazzari

BICE LAZZARI (Venezia, 1900 – Roma, 1981)

Bice Lazzari nasce Venezia nel 1900 in una famiglia di estrazione borghese. Ha due sorelle, una di queste, la più giovane Ninni diventerà la moglie del famoso architetto Carlo Scarpa.

Bice Lazzari si forma nella città natia. Inizialmente studia al Conservatorio e poi si iscrive all’Accademia di Belle Arti dove segue il corso di decorazione.
Gli esordi artistici risalgono agli inizi degli anni Venti e si caratterizzano da una pittura en plein air che ritrae paesaggi lagunari costruiti grazie all’impiego del colore e dei suoi effetti luministici, esplicitando l’influsso impressionista e continuando sulla scia del vedutismo veneziano. Allo stesso tempo, tuttavia, la produzione artistica di Lazzari subisce l’influenza non solo dell’impressionismo, infatti l’artista realizza anche dipinti in cui la struttura delle figure appare molto più solida e geometrica, di chiaro stampo cezanniano.

Nel 1924 esordisce alla Bevilacqua la Masa con una natura morta.

Bice Lazzari non si limita ad esprimere la sua creatività tramite la produzione pittorica, infatti, dalla seconda metà degli anni Venti si cimenta anche con l’arte applicata, impiegando il telaio per produrre diversi manufatti come tessuti, borse, tappeti.

Grazie all’adesione al campo delle arti applicate, Bice Lazzari ha l’occasione di entrare in contatto e lavorare con diversi architetti e decoratori veneziani di rilievo, dando una personale interpretazione degli sviluppi dell’arte decorativa contemporanea, indirizzata verso il non figurativo.

La produzione artistica di Bice Lazzari, quindi, oscilla costantemente tra la figurazione e l’astrazione.
Per quanto riguarda la produzione decorativa astratta si ispira a quelle che sono le figure di spicco delle avanguardie internazionali che fanno ricorso a questo genere: come Kandinskij e Klee. Per quanto riguarda le fonti di ispirazione italiane, invece, si rifà soprattutto agli artisti della Galleria Il Milione come Melotti, Rho e Radice.

Nel 1935 si stabilisce a Roma, dove ha modo di esporre pitture murali e pannelli decorativi in occasione di una serie di grandi mostre organizzate dal regime Fascista.

Verso il termine degli anni Cinquanta e l’inizio degli anni Sessanta continua la sua ricerca pittorica abbracciando influenze informali, impiegando sulle sue tele materiali eterogenei e non convenzionali.

In seguito abbandonerà la matericità per preferire un informale incentrato sul gesto pittorico, che si concretizza sulla tela tramite una sinfonia di segni basilari, spesso tracciati con la grafite, in cui è chiara l’influenza di maestri quali Mirò e Klee.
Dagli anni Settanta con la tecnica dell’acrilico realizza diversi dipinti astratti, caratterizzati da un ricercato equilibrio formale.

Bice Lazzari muore a Roma il 13 novembre 1981.

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