Augusto Murer

Augusto Murer nasce in un paese montano del bellunese, Falcade, nel 1922. L’attitudine artistica è subito evidente, tant’è che si forma in ambito scultoreo frequentando la scuola d’Arte di Ortisei sotto la guida del maestro Li Rosi. In questa scuola si è dedicato all’intaglio del legno delle sue montagne.

Ancor più degli studi artistici, ciò che lo indirizza nella sua produzione artistica è il contatto con lo scultore veneto Arturo Martini, che aveva conosciuto nella “vicina” Venezia nel 1943. La frequentazione tra i due non fu lunga, ma sufficiente per far maturare in Murer un proprio linguaggio scultoreo e per rendersi maggiormente consapevole della propria concezione estetica. Murer sarà sempre riconoscente a Martini per averlo guidato nella scoperta di “ciò che è bello e ciò che è brutto”.

Dopo i drammatici anni della guerra, Murer partecipò con entusiasmo alla fase di rinascita del paese dando il via ufficialmente alla sua carriera di sculture nel 1945. Negli anni successivi realizza opere come la Via Crucis della chiesa di Falcade (1946), la Pietà del monumento-ossario di Belluno (1949), la Preghiera dei montanari (1952) donata al Papa dall’ente turistico, i pannelli lignei sul Lavoro realizzati per la Camera di Commercio (1952). Nel 1951, intanto, apre lo studio ricevendo molto consenso locale. Nel 1953, arriva poi la consacrazione ufficiale. Viene, infatti, organizzata una mostra alla Galleria Cairola di Milano che lo porterà ad essere conosciuto da un ampio pubblico.
Sempre fedele al territorio bellunese, Augusto Murer scultore lo si può riconoscere all’interno del circuito realista nazionale.
Nel 1964 vince il premio per la vittoria al concorso per il celebre monumento alla Partigiana di Venezia.

Murer scultore riceve molte commissioni pubbliche di rilievo per la realizzazione di monumenti pubblici, come il monumento alla Vittoria di Vittorio Veneto del 1968 e il monumento ai Caduti della piana del Cansiglio del 1970 e opere civili di diverso genere. I suoi lavori dimostrano le istanze di rinnovamento del secondo dopoguerra, lasciando nel patrimonio pubblico una testimonianza di grande inventiva e creatività.

Oltre ai monumenti pubblici, Murer Augusto realizza anche diverse opere scultoree di piccole dimensioni raffiguranti una moltitudine di soggetti. La sua vasta produzione è connessa a tematiche legate all’impegno civile, oltre che alla ricerca del senso dell’esperienza umana. Murer nelle sue opere affronta diversi temi esistenziali come l’amore, la sensualità, il lavoro, il sacrificio, la lotta, la sconfitta, la morte.

I materiali impiegati sono soprattutto il legno e il bronzo. Partendo dalla sua formazione di intagliatore e dal linguaggio di Arturo Martini, che come detto, lo influenza nell’evoluzione della produzione Murer manipola il materiale con grande immediatezza, la resa è materica, non rifinita ed espressionista.

Le opere di piccole dimensioni hanno una superficie che riflette in maniera vibrante la luce, la materia è viva e, soprattutto nelle opere bronzee modellate in argilla, è evidente l’impronta nervosa della mano dell’artista che si affida al non finito per amplificare l’effetto comunicativo delle sue opere.

Murer muore nella città natia nel 1985.

Immagine: Fauno con flauto, 1979.

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