Toni Piccolotto, Pio Solero, Luigi Cima, Marco Davanzo, Giovanni Napoleone Pellis sono pittori diversi tra loro, ma si incontrano tutti intorno a un unico tema: la neve!
Sono pittori della montagna, pittori delle Dolomiti venete e carniche chiamati per l’appunto: I pittori della neve.
Nelle loro tele narrano lo splendore della neve. La poesia della neve, le sue luci, le ombre, i silenzi, i vuoti e i profumi.
Lontano dalla mondanità veneziana, hanno preferito vivere il loro territorio senza barriere, con intimità, rifugiandosi in una sorta di eremitaggio in cui l’artista si confondeva con i paesaggi innevati.
La neve nella pittura raggiunge risultati elevati grazie a questi pittori capaci di una tecnica pittorica elevata, in grado di usare con padronanza le gamme cromatiche, i dipinti di questi sapienti pittori hanno il potere di emozionare con il loro lirismo.
Toni Piccolotto fu allievo di Luigi Cima, espose con Carlo Dalla Zorza, Seibezzi, Neno Mori a Palazzo Carminati e alla Bevilaqua la Masa.
Pio Solero frequentò l’Accademia di Venezia e fu ammagliato dalla pittura di Ciardi, Favretto e Milesi.
Anche Marco Davanzo frequentò l’Accademia di Venezia con Ettore Tito, poi girò molto tra Roma, Milano, Londra e Parigi ed espose in diverse Biennali veneziane.
Luigi Cima si diplomò presso l’Accademia di Venezia e fu amico e collega dei maggiori pittori veneziani dell’800 quali Favretto, Guglielmo Ciardi, Milesi, Luigi Nono.
Giovanni Napoleone Pellis apprese la sua pittura tra Venezia e Roma senza mai dimenticare i luoghi natii e le sue montagne tra Veneto e Friuli.
La neve nell’arte viene quindi rappresentata da questi artisti italiani in modo personale e originale, portando un importante contributo alla storia della neve dipinta.