Mercanteinfiera 2023

Come di consueto, anche quest’anno mi sono recato al Mercanteinfiera di Parma, evento dedicato all’antiquariato, al modernariato e collezionismo. Ve ne avevo parlato anche lo scorso anno, felice di poter di nuovo visitare iniziative di questo genere dopo alcuni anni complessi per i grandi eventi di questo genere.
Quest’anno la fiera è aperta dal quattro al dodici marzo.

Io ci sono stato giovedì scorso e devo dire che quest’anno, rispetto allo scorso, ho notato una minore vivacità della fiera; l’ho trovata un po’ cristallizzata in un ruolo che forse sto iniziando a percepire come anacronistico per i tempi in cui stiamo vivendo.

Per chi non lo sapesse, Mercanteinfiera Parma è una delle più importanti mostre internazionali del suo genere. Gli espositori sono un migliaio, provenienti da tutta l’Europa.
Quello che mi chiedo è se questo genere di manifestazioni riesca ancora a essere attraente per un pubblico di collezionisti e mercanti o se gli anni del Covid abbiano portato un cambiamento anche in questo settore che indirizza gli utenti su altri canali per andare alla ricerca di oggetti, opere, manufatti per loro interessanti.

Durante il periodo della pandemia, lo sappiamo bene, c’è stato un forte scatto in avanti per quanto riguarda la digitalizzazione di diversi settori. Sappiamo che anche il mondo dell’arte si è adeguato a tutto ciò. I musei, ad esempio, hanno creato tour virtuali, per poter far godere ad un ampio pubblico rinchiuso in casa la loro collezione usando uno smartphone, un tablet o un computer collegati a Internet. Anche Fiere di diversi settori, nel 2020 avevano optato per l’organizzazione di eventi 100% digitali che garantiscono anche meno costi per l’organizzazione e più presenze straniere, non più limitate dalla distanza fisica e dai conseguenti spostamenti.

L’organizzazione di questo genere di fiera virtuale, ovviamente, necessita che tutti gli espositori siano piuttosto “smart” per quanto riguarda il digitale e questo non sempre è così. Tutto dipende dall’approccio e dalla volontà di rinnovare il proprio linguaggio in funzione dei nuovi mezzi.
Per quanto riguarda l’ambito dell’antiquariato, spesso i mercanti e galleristi, sono di “vecchio stampo” e faticano ad abbracciare un nuovo approccio più dinamico e agile, ancorandosi ai vecchi modelli di mercato pre-covid.

È sicuramente vero che da parte delle persone in genere, e quindi anche dei collezionisti, c’è l’entusiasmo di poter frequentare di nuovo queste grandi manifestazioni come Mercanteinfiera primavera e “toccare con mano” gli oggetti dedicandosi a una vera e propria caccia al tesoro. Eppure, io ho la sensazione che gli eventi fisici non bastino più e non riescano a ottenere tutto il successo che avevano fino a qualche anno fa. Semplicemente perché in questi anni ci siamo interfacciati con qualcosa di nuovo che ci apre a moltissime possibilità, garantendo allo stesso la comodità di non doverci spostare dalla nostra casa. Il processo era già ampiamente in atto anche nel 2019, questo è chiaro, ma ha subito una forte accelerazione a partire dal 2020.
Acquistare on -line è la prassi, molte persone ormai acquistano on-line qualsiasi cosa, dalla spesa, ai vestiti agli elettrodomestici. La comodità è sicuramente ineguagliabile, spesso, poi, online ci si può imbattere in sconti di vario tipo che rendono questi acquisti digitali ancora più convenienti.

Allo stesso modo anche i collezionisti, e i mercanti, hanno scoperto la comodità, convenienza e potenziale degli acquisti on-line. Quindi anche l’arte e l’antiquariato sono diventati oggetti che spesso non si ricercano più nelle fiere e nei mercati di antiquariato e nelle gallerie fisica, ma si va a scandagliare il web, che non di rado può offrire proprio quello che si va cercando.
Forse alla fine dei conti, in medio stat virtus. Il giusto atteggiamento, come sempre è porsi nel mezzo, apprezzando quello che di meglio ci possono offrire le due tipologie di fruizione

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