L’art advisor è la figura professionale che affianca il collezionista nella gestione e nella valorizzazione della propria raccolta. Sintetizzando il più possibile, l’art advisor deve suggerire quali opere eliminare dalla collezione e quali, invece, potrebbe valere la pena inserire.
Gli obiettivi di questa delicata operazione sono molteplici:
• scongiurare i rischi di avere opere false – o con false attribuzioni – in collezione;
• rivalutare la quotazione delle opere secondo le fluttuazioni di valore nel tempo attraverso una ricerca e analisi del mercato dell’arte;
• aggiornare la collezione anche in termini estetici;
• garantire il miglior investimento finanziario al collezionista.
è chiaro che per assistere un collezionista in queste operazioni così complesse è necessario che l’art advisor sia una persona con molteplici competenze polivalenti, tra queste sicuramente non possono mancare:
• una buona conoscenza della storia dell’arte;
• capacità di analizzare lo stato di conservazione dell’opera per potere stilare un corretto condition report;
• capacità di lettura dell’andamento storico di mercato per ogni singolo autore e corrente artistica.
• buona capacità di relazionarsi con case d’asta e con il mercato dell’arte in generale.
• buona conoscenza di quello che è il contesto degli investimenti nel mondo dell’arte
Come si può intuire, il mestiere dell’art advisor è assai complesso e delicato e difficilmente un unico professionista possiede tutte queste competenze. Va quindi precisato che l’attività di art advisoring può essere svolta da un team composto da diverse professionisti che lavorano insieme in totale sinergia.
La recente introduzione di questa figura nel mercato dell’arte e l’attitudine individualista tipicamente nostrana, fanno si che stenti a decollare come vera e propria professione in Italia, rimanendo talvolta acerba e poco rassicurante. Il collezionista, infatti, deve porre completa fiducia nel proprio art advisor, affinché questo rapporto, che può essere continuativo, sia il più proficuo possibile.
Alcuni noti galleristi si sono letteralmente scagliati contro queste figure, ree, a loro parere, di affrontare questa attività senza la dovuta preparazione.
È stato inoltre riscontrato (e anch’io ho avuto qualche esperienza negativa in merito) come alcuni artadvisor nostrani – che possono vantare in agenda ricchi e ingenui investitori- vengano manovrati e utilizzati come “teste di legno” da abili mercanti d’arte per vendere fondi di magazzino e opere d’arte “pasticciate” o, ancora di più, false.
Il mercato dell’arte è una cosa seria. Purtroppo, facilmente può venir inquinato da questo sempre più folto esercito di pressapochisti che non hanno nulla a che vedere né con l’arte e tantomeno con il suo mercato.
Dispiace quindi che una figura così importante, che dovrebbe creare ordine nel mercato dell’arte, sia spesso male rappresentata.
Molti operatori nel settore dell’arte ritengono che sarebbe auspicabile la presenza di corsi di laurea e master accreditati che possano formare in toto dei professionisti.
Ad oggi qualche master viene organizzato, ma probabilmente non è ancora abbastanza.
L’arte viene sempre più vista come una solida fonte di investimento quindi è certo che art advisoring occuperà una posizione sempre più di rilievo ed è opportunità occupazione che può far gola, l’importante è che ci si approcci con la giusta professionalità e competenza.
Chi è l’art Advisor?
L’art advisor è la figura professionale che affianca il collezionista nella gestione e nella valorizzazione della propria raccolta. Sintetizzando il più possibile, l’art advisor deve suggerire quali opere eliminare dalla collezione e quali, invece, potrebbe valere la pena inserire.
Gli obiettivi di questa delicata operazione sono molteplici:
• scongiurare i rischi di avere opere false – o con false attribuzioni – in collezione;
• rivalutare la quotazione delle opere secondo le fluttuazioni di valore nel tempo attraverso una ricerca e analisi del mercato dell’arte;
• aggiornare la collezione anche in termini estetici;
• garantire il miglior investimento finanziario al collezionista.
è chiaro che per assistere un collezionista in queste operazioni così complesse è necessario che l’art advisor sia una persona con molteplici competenze polivalenti, tra queste sicuramente non possono mancare:
• una buona conoscenza della storia dell’arte;
• capacità di analizzare lo stato di conservazione dell’opera per potere stilare un corretto condition report;
• capacità di lettura dell’andamento storico di mercato per ogni singolo autore e corrente artistica.
• buona capacità di relazionarsi con case d’asta e con il mercato dell’arte in generale.
• buona conoscenza di quello che è il contesto degli investimenti nel mondo dell’arte
Come si può intuire, il mestiere dell’art advisor è assai complesso e delicato e difficilmente un unico professionista possiede tutte queste competenze. Va quindi precisato che l’attività di art advisoring può essere svolta da un team composto da diverse professionisti che lavorano insieme in totale sinergia.
La recente introduzione di questa figura nel mercato dell’arte e l’attitudine individualista tipicamente nostrana, fanno si che stenti a decollare come vera e propria professione in Italia, rimanendo talvolta acerba e poco rassicurante. Il collezionista, infatti, deve porre completa fiducia nel proprio art advisor, affinché questo rapporto, che può essere continuativo, sia il più proficuo possibile.
Alcuni noti galleristi si sono letteralmente scagliati contro queste figure, ree, a loro parere, di affrontare questa attività senza la dovuta preparazione.
È stato inoltre riscontrato (e anch’io ho avuto qualche esperienza negativa in merito) come alcuni artadvisor nostrani – che possono vantare in agenda ricchi e ingenui investitori- vengano manovrati e utilizzati come “teste di legno” da abili mercanti d’arte per vendere fondi di magazzino e opere d’arte “pasticciate” o, ancora di più, false.
Il mercato dell’arte è una cosa seria. Purtroppo, facilmente può venir inquinato da questo sempre più folto esercito di pressapochisti che non hanno nulla a che vedere né con l’arte e tantomeno con il suo mercato.
Dispiace quindi che una figura così importante, che dovrebbe creare ordine nel mercato dell’arte, sia spesso male rappresentata.
Molti operatori nel settore dell’arte ritengono che sarebbe auspicabile la presenza di corsi di laurea e master accreditati che possano formare in toto dei professionisti.
Ad oggi qualche master viene organizzato, ma probabilmente non è ancora abbastanza.
L’arte viene sempre più vista come una solida fonte di investimento quindi è certo che art advisoring occuperà una posizione sempre più di rilievo ed è opportunità occupazione che può far gola, l’importante è che ci si approcci con la giusta professionalità e competenza.
Fonte immagine: https://www.artuu.it/i-curatori-possono-fare-gli-art-advisor/