Guido Marussig

GUIDO MARUSSIG (Trieste, 1885 – Gorizia, 1972)

Guido Marussig nasce a Trieste nel 1885. È un artista conosciuto per il suo talento poliedrico e per la sua indole di sperimentatore. Si cimentò con successo con la pittura, l’architettura, la scenografia, la decorazione, l’incisione, l’illustrazione e la critica d’arte.

Inizia la sua formazione presso la scuola industriale di Trieste studiando pittura. In seguito, al volgere del secolo, potendo contare su una borsa di studio elargita dal comune di Trieste, si trasferisce a Venezia dove ha la possibilità di frequentare l’Accademia di Belle Arti di Venezia, seguendo nello specifico il corso di decorazione di Augusto Sezanne, artista decoratore e pittore interessato alle dinamiche della Secessione di Monaco e il corso di figura di Ettore Tito.

Importante per la sua formazione, anche il contesto culturalmente eterogeneo presente a Venezia, influenzato nello specifico da due istituzioni di rilievo come la Biennale e Ca’ Pesaro.
Alla Biennale prende parte nel 1905, e poi nel 1907 con 4 opere, tra cui Salice piangente, dipinto acclamato dalla critica ed esposto nella “Sala del Sogno”.  Le opere esposte presentano tutte un cromatismo che rimanda all’impiego dei colori di stampo tipicamente whistleriano.

La presenza di Guido Marussig alla Biennale di Venezia sarà una costante fino al 1914, in occasione di queste edizioni presenta opere realizzate facendo ricorso a un’ampia serie di generi e tecniche come la decorazione, la pittura, l’architettura, la stampa, l’arredamento facendo venire meno le rigide gerarchie che usualmente si creavano tra le diverse branche.

Grazie alla Biennale ha modo di entrare in contatto con importanti artisti italiani del tempo come Plinio Nomellini, Mario de Maria, Alberto Martini e Gaetano Previati; così come stranieri, nello specifico Franz von Stuck e Maurice Denis.
La formazione avvenuta a stretto contatto con la decorazione va a contraddistinguere in modo preponderante la sua produzione pittorica. Questa ruota intorno a una sintesi decorativa che inizialmente si muove a partire da uno stile divisionista che guarda alla secessione per poi muoversi verso le ricerche che vanno ad abbracciare un astrattismo di tipo geometrico tipico degli anni Cinquanta.
In un primo momento Guido Marussig si rifà al simbolismo tedesco di Arnold Böcklin, interpretato in chiave di un decorativismo mitigato.
Nei primi anni di attività artistica nei suoi quadri guido Marussig recepisce diverse influenze, anche provenienti dalla grafica giapponese.

In seguito, la componente decorativa nei suoi quadri assumerà un ruolo sempre più autonomo e rilevante.
Proprio a questo punto, intorno alla fine del primo decennio del ‘900, la sua propensione verso la scenografia, il design e la grafica si farà sentire in maniera preponderante.
Nel 1908 realizza le scenografie e i costumi per una pièce teatrale allestita al Teatro Goldoni di Venezia. Negli anni successivi realizza l’allestimento della Sala dedicata alla Citta di Trieste alla Biennale di Venezia, illustra il volume Album biennale delle esposizioni veneziane e cura diversi altri progetti eterogenei.

Nel 1916 si trasferisce a Milano dove può dedicarsi con maggiore slancio alle attività di illustratore e scenografo.
Negli anni Venti si impegna in diverse attività editoriali e decorative e dalla fine del decennio si intensifica la sua presenza nel contesto accademico.
Nei decenni successivi si dedica con costanza alle diverse discipline di suo interesse, riscuotendo sempre un grande successo.

Guido Marussig morì il 20 dicembre 1972 a Gorizia.

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