Vi ho parlato di quella che è stata l’evoluzione della figura del mercante d’arte nel corso dei secoli.
E di quella che è stata l’evoluzione del collezionismo d’arte e del collezionista cosa possiamo dire?
Nell’antichità le opere d’arte avevano finalità propiziatorie, religiose o politiche. Durante l’Impero romano si ha una prima svolta per quanto riguarda il collezionismo di opere d’arte. Infatti, nelle case più abbienti, finemente adornate, iniziano a comparire delle statue inserite nei cortili privati il cui unico scopo era quello estetico.
In seguito, nel corso del Medioevo, dal punto di vista del collezionismo si fa un passo indietro. L’arte che viene prodotta, infatti, è al totale servizio della religione e la produzione slegata dalla componente spirituale non viene proprio concepita.
Il Rinascimento è un periodo di rilievo sotto diversi punti di vista, si sa. È un periodo fiorente per l’arte, che è protagonista di grandi cambiamenti e innovazioni.
Cambia anche la sensibilità nei confronti della produzione artistica, ed è così che i signori del tempo iniziano a mostrare grande interesse nei confronti di manufatti artistici in qualche modo ritenuti esteticamente validi e degni di apprezzamento a prescindere da ogni fine utilitaristico che potevano o meno avere.
La raccolta di questi oggetti d’arte sfociava nella predisposizione di camere apposite in cui poter ammirare e far ammirare la collezione.
È anche vero che i Signori approfittavano delle loro meravigliose raccolte per ostentare la loro ricchezza e il loro potere.
Il fenomeno del collezionismo, comunque, non si arresta e anzi diventa sempre più colto e raffinato, così come gli spazi adibiti alle raccolte si ampliarono e diversificarono sempre più portando anche alla nascita di quadrerie, che spesso venivano fatte ammirare anche a persone esterne alla cerchia familiare.
Importante per lo sviluppo del collezionismo nel corso del Rinascimento è anche la nascita della Borghesia che laicizza ancor più la produzione artistica. La domanda di opere d’arte da parte della Borghesia è ampia è sfaccettata, e contribuisce anche alla progressiva autonomia di cui andrà a godere man mano l’artista.
Nel corso del Cinquecento il collezionismo riceve una nuova spinta e inizia ad assumere i caratteri di quello che poi potremo definire come collezionismo moderno.
Nel corso di questo secolo, infatti, si diffonde la tendenza degli artisti di vendere le proprie opere servendosi di mediatori capaci.
Nel Settecento, poi, c’è un ulteriore sviluppo del collezionismo – e del marcato artistico – per poi avere diffusione capillare nel corso dell’Ottocento, quando si registrano trasformazioni radicali nella società così come nel contesto artistico. In questo secolo, infatti, vediamo la nascita di case d’asta e allo stesso tempo nascono i musei che rendono l’arte alla portata di tutti.
Il collezionismo moderno è quindi un fenomeno molto più trasversale e multi sfaccettato. Il collezionismo si diversifica per classi sociali e per finalità. Ci sono i collezionisti spinti soprattutto dalla loro passione per l’arte e vanno alla continua ricerca di opere che possano soddisfare il loro desiderio di contemplazione estetica.
E poi ci sono i collezionisti che sono mossi dall’accrescimento del loro prestigio, aspetto presente già nell’antichità, e altri che uniscono ciò alla concezione delle opere come fonte di investimento.
Quale che sia il motivo che spinge le persone ad accrescere le proprie raccolte, il collezionismo mantiene vivo e dinamico il mercato dell’arte.