Pio Semeghini: Paesaggio in Brianza

L’artista

Pio Semeghini: conosciuto per la sua feconda produzione veneziana, i primi momenti in cui si reca a Venezia e Burano sono gli anni tra il 1910 e il 1914. Pio Semeghini è fortemente influenzato dall’esperienza francese. La Ville Lumière e Venezia caratterizzano l’esordio artistico di Pio Semeghini. La rappresentazione che l’artista fa di Venezia è fortemente debitrice della lezione impressionista e fauves.
Il rapporto con Venezia è fondamentale, inizia, quindi prima della guerra e prosegue fino al 1930 circa quando si trasferisce in Lombardia, dove trascorrerà un fecondo decennio artistico.

Il periodo trascorso a Venezia coincide con la stagione delle esposizioni di Ca’ Pesaro. Protagonista fin dagli esordi del gruppo capeggiato da Nino Barbantini, Pio Semeghini ha modo di lavorare fianco a fianco con gli altri di Ca’ Pesaro come Gino Rossi, Arturo Martini, Felice Casorati, e Umberto Moggioli.

Pio Semeghini in Brianza
Dopo il lungo periodo trascorso a Venezia, Semeghini si trasferisce in Lombardia, nello specifico nella provincia di Monza e Brianza dove diventa insegnante.
Abituato ai paesaggi Veneziani, Semeghini iniziò a studiare ed entrare in sintonia con il nuovo paesaggio della pianura padana, così diverso da quello a cui era abituato.
Ben presto riuscì a trovare la giusta chiave di interpretazione per riuscire a rappresentare al meglio il nuovo paesaggio, contraddistinto dalla presenza del fiume Lambro, che in qualche modo prende il posto della laguna veneziana.


Il periodo trascorso in Brianza porta alla realizzazione di opere che ci rimandano alla poetica del non finito. Il materiale prediletto di Semeghini è il compensato, che traspare sotto le sottili pennellate di olio magro.

Veduta di Carate Brianza
Questo è evidente anche nel dipinto che rappresenta una veduta di Carate Brianza e che al momento è esposto presso la mia Galleria.

Questa veduta, appartiene al ciclo di paesaggi che Pio Semeghini ha realizzato durante la sua permanenza a Monza Brianza.
Quello è colpisce è la luminosità e quasi evanescente del dipinto; le forme sono delineate tramite pennellate leggere e trasparenti. La tecnica pittorica delicata e soave ci suggerisce una rievocazione pittorica incantata.
Il fiume Lambro è stato reso con tenue macchie di verde e tutto il dipinto gioca sui toni del verde, azzurro e rosa, questi ultimi due colori tipici della produzione pittorica di Pio Semeghini ottenuti impiegando alte contrazioni di colore bianco.

Una sorpresa sul verso del quadro
Ad essere degno di nota è anche il verso del dipinto dove sono presenti un bozzetto di un paesaggio e una parte di ritratto femminile e addirittura un accenno di natura morta con un limone. Questa tipologia di bozzetti venivano chiamati dallo stesso Semeghini, capricci.
Il retro del dipinto viene quindi usato da Semeghini come una tavolozza, dove si esprime con libertà, senza vincoli e con grande immediatezza.

Follow