Il design italiano è un’icona in ogni parte del mondo. Milano è un centro nevralgico per quanto riguarda l’arte e il design ed è una città in continuo movimento, attenta a fornire al suo pubblico eterogeneo continui stimoli dal punto di vista culturale.
Milano è quindi la città ideale in cui mettere in scena le maggiori testimonianze del design italiano e internazionale, contemporanee così come storicizzate. Milano ospita la Triennale Milano che ha trovato collocazione all’interno del Palazzo dell’Arte. La Triennale è un’istituzione incentrata sul design, ma allo stesso tempo lascia ampio margine anche ad eventi inerenti l’architettura, la moda, il cinema e anche la comunicazione. Il rilievo di questa istituzione è internazionale ed è nata con l’intento di andare a creare un terreno fertile per la comunicazione trasversale tra industria, mondo produttivo e le arti applicate.
La Triennale ha una storia centenaria, ma non nasce a Milano. Bensì, è Monza la città di origine, dove per la prima volta viene ideata quella che all’epoca si chiamava Biennale delle Arti decorative. Nella Villa Reale della città si è tenuta questa manifestazione fino al 1930. Bisogna aspettare fino al 1933, perché la manifestazione venga spostata a Milano, dove viene fondata la “nuova” Triennale ad opera di Gio Ponti e Mario Sironi con il nome Esposizione Triennale Internazionale delle Arti Decorative e Industriali Moderne e dell’Architettura Moderna, inaugurata nell’attuale sede del Palazzo dell’Arte.
Fin dalla sua ideazione l’intento di questa manifestazione è quello di promuovere una concezione unitaria delle diverse forme d’arte, che vanno di pari passo con gli avvenimenti sociali.
Il Palazzo dell’Arte è stato concepito appositamente per essere dedicato a rappresentare manifestazioni culturali. Nella prima edizione ufficiale del 1933 sono stati coinvolti grandi artisti del calibro di De Chirico, Massimo Campigli, Carlo Carrà e lo stesso Sironi.
Successivamente la collaborazione con grandi artisti è stata continuativa, e gli spazi della Triennale hanno ospitato diversi artisti di grande talento e innovazione come Fontana, Baj, Martini, Pomodoro, De Chirico, Burri.
Il Palazzo dell’Arte dal 2007 ospita anche il Triennale Design Museum, il primo museo dedicato al design italiano.
Attualmente, è in corso la 23° Esposizione Internazionale dal titolo “Unknown Unknowns. An Introduction to Mysteries” concepita con il fine di cercare di trovare delle risposte a una serie di domande che nascono intorno a una serie di questioni che, come possiamo leggere sul sito dell’istituzione, “non sappiano di non sapere”. La tematica centrale dell’esposizione viene declinata in diverse mostre che vanno a scandagliare l’argomento da diversi punti di vista che vanno a confrontarsi con la scienza e i misteri del nostro pianeta.
Diverse sono anche le partecipazioni nazionali, dall’Austria, alla Cina, alla Francia, al Congo. Non manca di certo lo spazio per la rappresentanza italiana che troviamo all’interno della mostra “La tradizione del nuovo”.
Questa mostra, a cura di Marco Sammicheli è articolata ed eterogenea grazie alla sapiente raccolta di opere, installazioni, documenti e sperimentazioni che hanno contributo all’evoluzione della società dal punto di vista sociologico, ecologico, tecnologico e culturale in un lasso di tempo che va dal 1964 al 1996.
La mostra si radica su quella che è la collezione della Triennale e sui documenti di archivio collegati alle passate edizioni della manifestazione. Il focus su cui si è voluto incentrare il curatore de “la tradizione del nuovo” è l’atteggiamento coraggioso e avanguardista dei design italiani, improntato sulla ricerca e la sperimentazione.
Il percorso espositivo è a cura dello studio Zaven e permette al visitatore di effettuare una visita cronologica, ma sono evidenti anche le connessioni trasversali tra i diversi oggetti, opere d’arte e i documenti di archivio.
Come si diceva, alla base di tutto ciò c’è la forte attitudine alla ricerca del design italiano. La mostra ha un’impostazione prettamente storica, si va infatti ad analizzare la storia delle diverse edizioni delle Triennali di Milano a partire da quella del 1964.
Perché è stata fatta questa scelta? Perché la Triennale del 1964 è la prima che va scandagliare una tematica univoca e cioè quella legata al tempo libero. L’excursus della mostra termina, poi, con la 19esima edizione che, invece, andava a interrogarsi sul concetto di identità. Le mostre scelte sono quelle che hanno affrontato gli interrogativi più contrastati.
Questa storia della Triennale si dirama attraverso l’esposizione di 600 oggetti di design realizzati da artisti e designer che hanno cercato con la loro inventiva di fornire delle risposte a questi interrogativi.
Una prima parte ha uno sviluppo maggiormente lineare, invece la seconda si incentra su alcune tematiche centrali. Una delle tematiche è la gravità che trova la sua concretizzazione nelle lampade di Falkland di Murari e Giogali di Angelo Mangiarotti che dipendono strettamente da questa forza.
Interessante la tematica della Triennale del 1979 che andava a scandagliare la moda come ambito di ricerca. Tramite le creazioni di Fiorucci DXing si dà credito a quelli che sono i rapporti tra la moda e i prodotti dell’industria della cultura.
Sempre per quanto riguarda gli anni Settanta, interessanti sono gli Environments (ambienti). In questo caso gli oggetti di design iniziano a sviluppare una relazione più intima con quello che è il paesaggio domestico. Molte delle opere presenti avevano fatto parte della mostra “Italy: The new Domestic Landscape” Una mostra iconica che è stata organizzata al MOMA di New York, che ha contribuito a far conoscere il Design Italiano a larga scala negli stati Uniti.
Interessanti, poi, le sperimentazioni che spaziano tra design e grafica ad opera di Grignani, Bruno Munari, Giulio Confalonieri e Pino Tovaglia.
Importanti anche le testimonianze del design degli anni Ottanta. A questo filone appartiene la libreria Casablanca realizzata da Ettore Sottsass, del 1981. Questo è un ottimo esempio della progettazione originale e colorata che contraddistingue il penultimo decennio del XX secolo. Realizzata per il gruppo Memphis, fa parte della collezione permanente di design della Triennale di Milano. I materiali di questa libreria, che sembra più una scultura, non sono nobili ed è stata costruita con un intendo dissacrante e ludico.