Le lampade di design iconiche Made in Italy

Lampada da tavolo "Cubosfera" di A. Mendini

Il design italiano è iconico. Nel corso del Novecento la manifattura italiana si fa riconoscere per la ricercatezza dei materiali e per la qualità della lavorazione. Verso la metà del secolo la consacrazione del design italiano diventa internazionale grazie a manifestazioni come la Triennale di Milano. La data simbolo è quella del 1947, momento in cui si tiene la VIII Triennale milanese.
 
Durante gli anni Cinquanta le mostre e i riconoscimenti si susseguono; a Londra nel 1955 e 1958 vengono inaugurate due esposizioni del design italiano. Nel 1960 è l’anno della mostra Nuovi disegni per il mobile italiano, organizzata presso l’Osservatorio delle arti industriali a Milano. Protagonisti della mostra ventuno mobili e dodici lampade realizzate da giovani architetti milanesi. Alcuni protagonisti di questa mostra sono Aldo Rossi, Vittorio Gregotti, Gabetti e Isola, Guido Canella, Virgilio Vercelloni, Umberto Riva, Giotto Stoppino, Lodovico Meneghetti, Leonardo Ferrari, Sergio Asti e Gae Aulenti
Importanti, poi, in questo periodo le creazioni di Achille Castiglioni, nello specifico le lampada Splugen Brau, Arco, Toio, Taccia e Luminator

Concentrandoci sulle lampade, oltre a quelle realizzate da Castiglioni ve ne sono molte di lampade italiane che sono il risultato della creazione del design Made in Italy. Il contributo italiano del lighting design è evidente. 
Guardiamo alcuni esempi. La prima degna di nota è senz’altro Bilia. Bilia è una lampada progettata da Gio Ponti per Fontana Arte nel 1932. È una lampada da tavolo, semplice,  basata su forme geometriche pure: un cono come base e una sfera che diffonde la luce.  Nonostante, o meglio dire per, la sua semplicità Bilia è diventata un’icona di grande successo
Un’altra lampada iconica è Tolomeo di Michele De Lucchi e Giancarlo Fassina per Artemide. Anche Tolomeo è una lampada da tavolo, disegnata nel 1987 è ancora oggi tra le punte di diamante dell’azienda Artemide. Il corpo snodabile, grazie a delle molle, e la grande versatilità l’hanno resa una lampada irrinunciabile anche nell’arredo degli uffici. 

Non si può, poi, non nominare la lampada Atollo progettata da Vico Magistretti per Oluce. Il progetto risale al 1977; Anche in questo caso come per Bilia, la lampada si basa su forme geometriche pure: un cilindro, un cono e una semisfera. L’uso di queste forme geometriche, sapientemente modulate, la rendono un esempio di grande eleganza;  tant’è che si è guadagnata anche l’appellativo di “archetipo della lampada da tavolo” oltre che il premio del Compasso d’Oro. Rilevante anche la scelta dei materiali; per questa lampada Magistretti ha pensato a quattro finiture differenti, tutte di gran classe: l’oro, il bronzo satinato, il metallo bianco e il vetro opale. 

Sempre di Magistretti è Eclisse, in questo caso progettata per Artemide. Guardando Eclisse ci si sente catapultati negli anni Sessanta, infatti il progetto risale proprio al 1965. Si tratta sempre di una lampada da tavolo, la più iconica, forse, per quanto riguarda le lampade da tavolo Made in Italy. Tale la portata emblematica del pezzo, che attualmente si trova a far parte della collezione di diversi musei internazionali come il Moma di New York. La funzionalità della lampada si lega alla possibilità di regolare l’intensità della luce grazie al paralume rotante che va proprio a simulare un’eclisse. 

Anche Alessandro Mendini, architetto, designer, giornalista ed editore milanese ha progettato alcune lampade degne di nota. 
Per il brand d’illuminazione RAMUN, Mendini ha disegnato le lampade Amuleto: delle lampade da tavolo con una struttura a tre cerchi che si rifanno all’universo. I tre cerchi, infatti, vanno a richiamare la triade del sole, della luna e della terra. È una lampada che spicca per il suo aspetto allegro e colorato

Sempre di Mendini è la lampada da tavolo Cubosfera. La lampada è stata creata per Fidenza Vetraria nel 1968. 
Il materiale scelto da Mendini è, naturalmente, il vetro. La forma della lampada è cubica ed è composta da due parti che internamente si presentano concave e che unite vanno a formare una sfera
Anche qui, quindi, ci troviamo davanti a una sapiente progettazione che gioca con le forme geometriche pure: il cubo e la sfera. Due figure solide apparentemente molto diverse tra loro, che generano un forte legame. La sfera è forma geometrica dinamica, che trasmette un senso di movimento perpetuo. Il cubo è invece l’antidinamismo per eccellenza. Nel progetto di Mendini, cubo e sfera trovano un’armonia perfetta. 

Proprio un esemplare di Cubosfera, perfettamente funzionante, attualmente si trova in vendita presso la mia galleria. É possibile visionarla personalmente oppure acquistarla online tramite questo link: https://www.vincenzolovato.it/prodotto/lampada-da-tavolo-cubosfera-di-a-mendini-per-fidenza-vetraria/

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